lunedì 14 febbraio 2011

Quando si lavora a cottimo

Quando si lavora a cottimo bisogna rispettare le logiche... industriali.
Una autrice di storie di vampiri per "giovani adulti," Lisa Jane Smith, ha avuto modo di ricordarlo bruscamente quando ha desiderato cambiare direzione agli eventi della sua saga (Il Diario del Vampiro) e la casa editrice, la HarperCollins, ha semplicemente deciso di far scrivere i successivi libri a un altro scrittore dandole il benservito.

Come hanno potuto farlo? Semplice: nonostante sia adesso una scrittrice di successo, al momento di iniziare quella serie la Smith aveva firmato un contratto capestro che non le dava i diritti d'autore su quello che stava scrivendo.

Solo a leggere i titoli di questa serie mi sarei convinto che si tratta di robaccia un tanto al chilo, e che l'autrice non poteva considerarla altrimenti che un mezzo per raggranellare ricchezza. Non che sia illecito, comunque. Ma le cose stavano diversamente.

Quello che imparo da questa storia è che:
- Anche chi scrive roba dozzinale come "i libri di vampiri per i giovani adulti" può amare la propria creatura, ne vuole curare gli sviluppi, può avere motivazioni artistiche personali indipendentemente da quello che è più sensato dal punto di vista strettamente commerciale.
- Anche uno scrittore di successo può commettere errori come non controllare bene i contratti che ha firmato.
- Anche uno scrittore di successo può pensare di essere insostituibile, e sbagliarsi.
- Una grande casa editrice può, in nome delle logiche strettamente commerciali, comportarsi senza il minimo rispetto verso chi ha fatto guardagnare dei bei soldi.

Se qualcuno vorrà commentare, è pregato di non limitarsi a scrivere frasi come "e cosa ti aspettavi? vivi nel mondo delle nuvole?" perché le ho lette continuamente in tutti i forum ogni volta che qualcuno si lamenta dei comportamenti delle case editrici. Quindi diamole già per scontate, grazie.

Un altro articolo (in italiano) lo leggete qui
Altre notizie qui. E qui.

7 commenti:

  1. Purtroppo credo che il punto focale del post sia il contratto capestro e lo scendere a compromessi nell'accettarlo. Poi qui ci sarebbe un bel discorso da fare sul fatto se sia una necessità, o una voglia (d'altronde se esiste l'editoria a pagamento vuol dire qualcosa) di emergere. Che poi potrebbe venire allargato a tutto: stages non retribuiti, contratti precari, svendita della propria professionalità per lo spauracchio dell'arrivo di qualcuno che ci rubi il posto ecc.ecc.

    A me però puzza un po' che non si sia accorta di certe clausole fondamentali prima di firmare il contratto eh...

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  2. @ Simone: be', sono d'accordo, visto che era alle prime armi probabilmente si è lanciata sulla possibilità senza andare troppo per il sottile... e poi è arrivato il successo, e non ci ha più pensato, forse si sentiva in controllo della propria creatura.
    Una brutta storia.

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  3. Mi sono letta il primo link di approfondimento e posso dire una cosa?
    Secondome è tutta una grande bugia per far parlare di sé. Ci guadagnano tutti.
    Poi scusa eh:

    “Ho scelto di non farlo, perchè non era quello che sentivo nel cuore”

    Si certo! Ha ascoltato il suo cuore, ma per favore!Adesso tutti parleranno di questa poveretta e acquisteranno i libri per vedere se il nuovo scrittore è meglio di lei (ma in realtà è sempre lei che scrive!) e tutti faranno più soldi.

    Io non ci credo!

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  4. @ She-Warrior: ma vuoi dire che ci sono cascato come un tordo? :) Be' sai che ti dico, tutto può essere, ma aspettiamo gli sviluppi...

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  5. Ciao Bruno

    Guarda io non so se ti “ci sei cascato” o sono io che sono ormai diventata diffidente verso qualsiasi cosa, ma la verità è che oggi per vendere un libro in più si fa di tutto.

    Le dichiarazioni dell’autrice (quella mondezza che ha detto “sul cuore”) non sono credibili, ma sono molto belle da sentire, soprattutto da parte delle ragazzine. Questo porta a due risultati:

    1- se la tizia scrive un nuovo libro, mettiamo sui nani da giardino oppure (ciò che io sospetto) pubblica la storia “alternativa” che voleva proporre, venderà il doppio o il triplo. Perfino io in una crisi depressiva potrei acquistarlo.
    2- questa storia (tristissima eh!, poveretta, insomma! Lei si che ha dei problemi seri) fa parlare di lei, del vecchio editore, del nuovo autore e del telefilm e di conseguenza aumentano le vendite DI TUTTI: il numero di spettatori, la pubblicità…e chi ci guadagna? Io?

    E’ tutto così patetico e squallido, non so…mi viene in mente l’esperimento di Angra e del suo romanzo (immagino che lo avrai letto sul blog), che fece finta di essere una povera ragazzina cieca e ottenne una proposta di pubblicazione. Quanto più triste, ingiusta e commovente è la storia di chi “ce l’ha fatta” più piace al pubblico, c’è una sorta di immedesimazione nelle “sfigatezza” che ti fa diventare popolare.

    Tutto questo squallore mi ha portato a fare molte riflessioni, visto che ormai penso di essere arrivata a un buon punto col mio romanzo (fra 40 giorni circa è finalmente pronto per l’editing): conviene prima fare un po’ di casino tipo la Mussolini in tv per farsi conoscere? Conviene farsi strappare gli occhi o le gambe così si inspira più tenerezza? Insomma! Che bisogna fare? A me pare così semplice. Io ho una storia molto commovente dietro, non avrei nemmeno bisogno di inventarmi troppe cose, forse sarebbe il caso si farmi violentare da qualcuno e poi chiedere la pubblicazione!

    Comunque ritornando al discorso della Smith, sarebbe interessante vedere gli sviluppi: se pubblica un nuovo libro, quante coppie vende, come vanno i nuovi libri della serie, insomma…vedrai che saltano fuori molti quattrini in più!

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  6. Be', è sempre meglio essere conosciuti o ben appoggiati e questo si sa. Potresti incatenarti davanti al palco per la finalissima di Sanremo, passare una serata ad Arcore, raccontare che hai scritto il tuo romanzo tenendo una biro tra i denti perché ti hanno amputato le braccia qualche anno fa (tanto chi cavolo va a controllare?)... ma saresti contenta di te, dopo?

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  7. Hahahahaha!!!
    Ma tanto non sarei contenta comunque! :-)
    Scherzi a parte osserviamo gli sviluppi ;-)

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