mercoledì 29 agosto 2007
Il paradiso non si raggiunge, se prima non si vaga a lungo per gli inferi
Parliamo de I Guardiani del Giorno di Sergej Luk'janenko. Questo libro mi è capitato tra le mani come regalo e solo dopo averne letto una buona metà, ho saputo che non era il primo della serie ma seguiva I Guardiani della Notte, dove inizia la storia, e vengono presentati i personaggi principali. Ogni valutazione che posso fare sulla trama viene quindi messa sottosopra dal fatto che non l'ho seguita fin dall'inizio, perciò mi limiterò a dare qualche personalissima impressione sullo scrivere di questo affermato autore russo.
Innanzitutto, e qui rivelo alcuni dettagli del libro, il fatto che l'autore immagini un mondo "parallelo" di maghi, vampiri, mutanti ecc... che vive fianco a fianco alla normale società, con gerarchie, carriere e una netta divisione in buoni e cattivi era un sicuro viatico per non farmi leggere il romanzo, se lo avessi saputo prima: infatti è l'esatto contrario, praticamente, di come amo immaginare il magico e il sovrannaturale. Altro fattore critico: gli scontri tra i buoni e i cattivi ovvero Luce e Tenebre, che vivono una bizzarra coesistenza retta da una terza organizzazione bilanciatrice, chiamata Inquisizione, per cui se si incontrano spesso discutono tecnicismi del tipo "se tui fai questo dopo io avrò il permesso di fare quest'altro" e simili, o a volte se è il caso se le danno di santa ragione. Tali combattimenti mi sono sembrati (vorrei sapere se ho indovinato o no...) influenzati dai giochi di ruolo tipo White Wolf, mi sembrava di vedere i personaggi spendere l' "essenza" e snocciolare le perline di vetro sul tavolo di gioco... il che mi faceva un effetto strano.
Eppure ho letto il libro fino alla fine e mi è piaciuto. Come mai? il nostro Sergej è molto bravo a scrivere e sebbene non l'abbia trovato esente da difetti, come ad esempio l'eccesso di verbose elucubrazioni (d'altra parte è un romanziere russo, no?) sono stato preso dai suoi personaggi, numerosi e diversi, di solito descritti senza troppe lungaggini e fronzoli ma in maniera efficace e con una buona introspezione. Uno strano mix, di sofisticazione e filosofia che si incontrano con il vitalismo russo incosciente, fatalista e sguaiato (mi ha ricordato l'unica altra opera russa moderna che ho letto, la raccolta di Irina Denezkina intitolata "Dammi! Song for Lovers"). Anche le organizzazioni di Luce, Tenebre e Inquisizione, con le loro regole e le loro burocrazie, alla fine mi hanno fatto ricordare con un sorriso, per quel poco che l'ho conosciuto, il vecchio mondo del blocco sovietico, fatto di regole assurde, edifici che vanno a schifo e burocrati che non capiscono niente.
Insomma questa serie è stranissima e difficile da giudicare alla prima impressione. Se vi va, prendete il rischio e cominciate a leggere...
(potete vedere una pagina su Sergej Luk'janenko in inglese sul sito "Russian SF")
lunedì 27 agosto 2007
C'era una volta Runequest
Se di gioco di ruolo non v'intendete, leggete http://it.wikipedia.org/wiki/Gioco_di_ruolo oppure... passate ad un altro post, perché ora dedicherò un po' di righe al ricordo di un bellissimo gioco che purtroppo non ebbe fortuna.
Dopo tanti anni certe antiche "guerre di religione" a favore di questo o quel sistema mi fanno sorridere, e certamente sebbene non nutra molta simpatia verso qualche sistema di gioco, il "come si gioca" non dipende solo dalle regole ma dalla testa della gente... insomma, il GDR (gioco di ruolo) può essere un passatempo piacevole e un bello stimolo intellettuale fatto in un certo modo, uno sfogo per rincretiniti fatto in un altro. Ma questo non lo decidono i tizi che scrivono le regole.
Tuttavia, nel periodo in cui esisteva soltanto il benemerito D&D delle prime edizioni, ambientato in tenebrosi sotterranei dove si uccidevano mostri assortiti in modo improbabile e si arraffava denaro che era poi buona parte della misura del "successo" del giocatore, non c'è dubbio che il GDR fosse in una fase ancora decisamente immatura.
Per puro caso mi imbattei in Runequest II, ai tempi in cui nulla era ancora pubblicato in italiano, e mentre lo traducevo faticosamente (imparando l'inglese nel mentre) mi rendevo conto di come questo GDR fosse un enorme passo avanti. Un sistema semplice e razionale sorpassava le classi, i punti esperienza e tutte le regole farraginose a cui si era abituati prima. Con tutti i limiti, e con vari aspetti che a me magari non piacevano molto, RqII era, dal punto di vista della simulazione, un gioco più realistico, e dal punto di vista dell'ambientazione presentava un mondo con una mitologia enormemente dettagliata (la Glorantha di Greg Stafford) e una coerenza nelle descrizioni che raramente si era vista prima. Personalmente non ho mai davvero amato l'ambientazione di Greg Stafford, ma l'ho trovata un incredibile stimolo a creare qualcosa di mio.
Runequest aveva tutte le carte in regola per aiutare a far evolvere il mondo del GDR, fermo restando che, come dicevo prima, l'alternativa è sempre nella testa di chi gioca e non nelle regole. Purtroppo, pur essendo in quei tempi (che con il rapido ricambio delle generazioni dei giocatori nessuno si ricorda più) "l'alternativa" a D&D, Runequest II rimaneva sempre molto distante come diffusione. Il fatto di essere pubblicato da una casa piccola e finanziariamente debole come la Chaosium non aiutava. Quando fu deciso di cedere i diritti per la nuova edizione ad un'altra casa più grande (la Avalon Hill, che di norma purtroppo produceva altro, e capiva poco il GDR), Runequest III si impantanò in una stasi produttiva che lo eliminò praticamente dalla scena, ed oggi, anche se viene rispolverato in nuove edizioni, viene ricordato da pochi (in Italia, da pochissimi). Io, forse solo soletto, continuo a pensare che Runequest valesse molto più di tanti altri giochi di ruolo che hanno avuto maggior successo.
Seguite questo link per un sito (in inglese) che narra la storia di questo straordinario GDR.
Dopo tanti anni certe antiche "guerre di religione" a favore di questo o quel sistema mi fanno sorridere, e certamente sebbene non nutra molta simpatia verso qualche sistema di gioco, il "come si gioca" non dipende solo dalle regole ma dalla testa della gente... insomma, il GDR (gioco di ruolo) può essere un passatempo piacevole e un bello stimolo intellettuale fatto in un certo modo, uno sfogo per rincretiniti fatto in un altro. Ma questo non lo decidono i tizi che scrivono le regole.
Tuttavia, nel periodo in cui esisteva soltanto il benemerito D&D delle prime edizioni, ambientato in tenebrosi sotterranei dove si uccidevano mostri assortiti in modo improbabile e si arraffava denaro che era poi buona parte della misura del "successo" del giocatore, non c'è dubbio che il GDR fosse in una fase ancora decisamente immatura.
Per puro caso mi imbattei in Runequest II, ai tempi in cui nulla era ancora pubblicato in italiano, e mentre lo traducevo faticosamente (imparando l'inglese nel mentre) mi rendevo conto di come questo GDR fosse un enorme passo avanti. Un sistema semplice e razionale sorpassava le classi, i punti esperienza e tutte le regole farraginose a cui si era abituati prima. Con tutti i limiti, e con vari aspetti che a me magari non piacevano molto, RqII era, dal punto di vista della simulazione, un gioco più realistico, e dal punto di vista dell'ambientazione presentava un mondo con una mitologia enormemente dettagliata (la Glorantha di Greg Stafford) e una coerenza nelle descrizioni che raramente si era vista prima. Personalmente non ho mai davvero amato l'ambientazione di Greg Stafford, ma l'ho trovata un incredibile stimolo a creare qualcosa di mio.
Runequest aveva tutte le carte in regola per aiutare a far evolvere il mondo del GDR, fermo restando che, come dicevo prima, l'alternativa è sempre nella testa di chi gioca e non nelle regole. Purtroppo, pur essendo in quei tempi (che con il rapido ricambio delle generazioni dei giocatori nessuno si ricorda più) "l'alternativa" a D&D, Runequest II rimaneva sempre molto distante come diffusione. Il fatto di essere pubblicato da una casa piccola e finanziariamente debole come la Chaosium non aiutava. Quando fu deciso di cedere i diritti per la nuova edizione ad un'altra casa più grande (la Avalon Hill, che di norma purtroppo produceva altro, e capiva poco il GDR), Runequest III si impantanò in una stasi produttiva che lo eliminò praticamente dalla scena, ed oggi, anche se viene rispolverato in nuove edizioni, viene ricordato da pochi (in Italia, da pochissimi). Io, forse solo soletto, continuo a pensare che Runequest valesse molto più di tanti altri giochi di ruolo che hanno avuto maggior successo.
Seguite questo link per un sito (in inglese) che narra la storia di questo straordinario GDR.
domenica 19 agosto 2007
Questo non è un libro fantasy però...
... Mi sento di consigliarlo tranquillamente a tutti: L'Ombra del Vento di Carlos Ruiz Zafòn. Ambientato in una Barcellona stregata, in un arco di tempo a cavallo della guera civile, questo romanzo conduce il protagonista (e con lui il lettore) in una sorprendente storia di misteri, amicizie, passioni, vendette e odi implacabili. Non manca di una componente fantastica, in effetti, perché tutto comincia dal regalo di un libro "molto speciale" fatto al protagonista quando è bambino...
domenica 5 agosto 2007
Un vecchio gioco
Nel caldo terrificante di agosto (ma a dire il vero negli anni passati s'è avuto di peggio) sto cercando di modificare un vecchio gioco di carte che risale a ben 14 anni fa, nella prospettiva di pubblicarlo.
Tutti quelli a cui lo avevo fatto provare erano rimasti impressionati piacevolmente, però le case a cui l'avevo sottoposto all'epoca (Ravensburger, Clementoni, Editrice Giochi, ecc...) lo avevano rifiutato.
Adesso esiste un possibile editore.
Ovviamente, il gioco va modificato e rivisto... però è una bella opportunità, se si realizza.
Come andrà a finire? Vedremo...
Tutti quelli a cui lo avevo fatto provare erano rimasti impressionati piacevolmente, però le case a cui l'avevo sottoposto all'epoca (Ravensburger, Clementoni, Editrice Giochi, ecc...) lo avevano rifiutato.
Adesso esiste un possibile editore.
Ovviamente, il gioco va modificato e rivisto... però è una bella opportunità, se si realizza.
Come andrà a finire? Vedremo...