lunedì 24 gennaio 2022

Il Signore Delle Nuvole

 Questo è il terzo e ultimo libro della serie fantasy orientaleggiante di Sean Russell. Il Signore Delle Nuvole ci porta al culmine della vicenda militare fra l'Impero e i barbari dei deserti del nord, ma prosegue poi con la vicenda del nuovo maestro per l'ordine Botahista, il cosiddetto "Insegnante" che viene da molti identificato in Shuyun, il formidabile monaco che è uno dei personaggi principali di questa storia. Tra coloro che non sono convinti di questo però c'è lo stesso Shuyun, pertanto bisognerà attendere fino alla fine per capire quali saranno gli sviluppi, e se l'ordine rimarrà inalterato dopo tante rivelazioni e qualche eresia.

Prima di proseguire, faccio notare che sto per anticipare parti molto importanti della trama...

Per quanto riguarda il conflitto, l'esercito dei barbari trabocca dalla provincia del nord, anche perché non è veramente contrastato. Lord Shonto, il nobile inviato dall'imperatore allo scopo di essere distrutto o di finire in disgrazia di fronte al Khan invasore, si ritira verso la capitale, ponendo in atto qualche manovra per guadagnare tempo, e viene inseguito. Da una parte in questo modo Shonto porta il problema "a casa" dell'imperatore, in modo che non possa essere ignorato, dall'altra il condottiero implora l'imperatore di raccogliere un esercito in modo che alla fine ci siano le truppe per contrastare i centomila guerrieri barbari... che hanno raccolto nelle loro file anche pirati e uomini di altre regioni straniere, finanziati da un'enorme somma di denaro. Denaro che l'imperatore stesso ha fornito.

Ora, prima che me lo faccia notare qualcuno dei miei radi lettori, devo premettere una cosa. Mi rendo conto che questo è un libro di sottigliezze, e che il "percorso" di Shuyun e di altri personaggi (tra cui quelli femminili) è in effetti al centro della narrazione, e non le imprese del Khan, e nemmeno l'abile difesa di Lord Shonto. Tuttavia viene "anche" descritta una grande guerra, per cui questa narrazione deve poter reggere lo scrutinio, sebbene non sia l'argomento principale.

Esaminiamo quindi la figura dell'imperatore e il suo comportamento come problema principale del libro. Per poter annientare Shonto (leader di una casata potente e fuori asse rispetto alla famiglia imperiale) l'imperatore finanzia una invasione barbarica, inviando una quantità di oro enorme al Khan, e incarica Shonto di provvedere alla difesa della provincia del nord. Tramite esploratori (Shuyun e Komawara) e successive rivelazioni Shonto appura che sta per iniziare un'invasione e che il nemico possiede forze enormi. Un generale mandato verso nord dall'imperatore, L'imperatore manda un generale prima, e poi suo figlio (allo scopo di far morire anche lui!... perché non è adatto a governare) nella provincia incriminata, e quelli gli scrivono sulla minaccia, lo implorano di fare qualcosa. Per giunta un nobile locale nella provincia minacciata è in realtà in combutta coi barbari (e sa del complotto dell'imperatore, quindi). All'inizio dell'invasione questo traditore ha la cattiva idea di andare a parlamentare per la resa della capitale provinciale, e i difensori, sapendo di essere in ogni caso destinati a morire, si prendono lo sfizio di punirlo con la morte. Ma, prima di morire, questo personaggio aveva a sua volta la possibilità di comunicare con l'imperatore.

Pur avendo lui stesso fornito i mezzi per radunare una moltitudine di guerrieri, l'imperatore si rifiuta di credere che il Khan sia una minaccia potenzialmente fatale per l'intero impero. Quando finalmente comincia a raccogliere dei soldati, l'imperatore crede a un rapporto di un suo ufficiale, in cui si parla di un'avanguardia dei barbari, quella che insegue Shonto più da vicino, ignorando il resto. Così si arriva alla battaglia finale in cui le truppe dell'imperatore, schierate malissimo (così ci dice l'autore, ma non spiega veramente perché), vedono la consistenza del nemico solo quando al mattino si alza la nebbia. Presi dallo sgomento sono attaccati con ferocia e si sbandano, e la battaglia è persa prima di essere combattuta (l'esercito di Shonto, affiancato a quello imperiale, se la cava un po' meglio).

Quindi: primo problema, l'imperatore è raffigurato quanto meno come un crudele idiota, ma ad ogni modo non è credibile che proprio lui sia così disinformato. Secondo problema: nonostante la lunga avanzata e le schermaglie, tutto l'esercito imperiale è inconsapevole di quanto possente sia la minaccia nemica, nessuno ha esplorato, nessuno ha guardato al di là del proprio naso... per settimane o mesi. Terzo problema: quando finalmente potremmo avere una grande battaglia campale ci vengono offerte alcune scene confuse e tutto finisce con una grande sconfitta, la faccenda è quasi finita prima di iniziare.

In seguito le sorti dell'impero di raddrizzeranno per via di un problema che affligge i barbari, non anticipo quale. Ma la mia sensazione è che Russell se la sia cavata così in quanto mancante della capacità di scrivere di cose militari. Magari in altri libri lo ha fatto con competenza, se è così sono disposto a ritirare quello che ho scritto.

Quanto al Khan, si viene a sapere che è barbaro solo per metà, non manca di una certa sofisticazione. Un antagonista interessante, un grande conquistatore... che si rivela in realtà una maschera di cartapesta. Ci viene mostrato solo in una scena e poi muore come un imbecille, tradito dai suoi, senza che nessuno lo protegga.

Cosa dire di questa serie di Sean Russell? Parte bene: l'autore crea una grande aspettativa, ma poi non mi pare capace di tirarne le fila alla conclusione. Sono un po' deluso.


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