martedì 5 giugno 2018

Professor Marston and the Wonder Women

Ho visto con molta curiosità questo film, anche se c'è voluto un pezzo per riuscire ad avere la possibilità. Ne avevo avuto menzione per la prima volta dal blog di Aislinn; il titolo è Professor Marston and the Wonder Women (anno: 2017). Si tratta della storia (romanzata) di William Moulton Marston, il creatore di Wonder Woman, personaggio dei fumetti che ha avuto molte vite e differenti versioni nel tempo. Wonder Woman prima di diventare una femminista all'ultimo grido (penso alla versione interpretata da Gal Gadot) era stata un concetto ben strano sotto alcuni aspetti, ma ciò non le aveva impedito di avere successo.

[Attenzione Spoiler!]
Il film, che è una versione drammatizzata della vita di Marston, non va preso eccessivamente sul serio riguardo ai fatti raccontati. E in effetti, nemmeno lo si può considerare, per certi aspetti, una descrizione accurata di quelli che sono stati i rapporti fra Marston e le donne della sua vita, e quelli tra le due donne in questione. Però sotto altri aspetti non mi ha deluso. Scritto e diretto da Angela Robinson, può vantare belle riprese e, sebbene il budget sia stato a livelli da film italiano o poco meglio, un cast valido e scelto bene. Luke Evans, attore gallese che ha avuto l'occasione di recitare nei film tolkieniani di Peter Jackson, qui lo troviamo nella parte del protagonista maschile (Marston). Una bella, elegante e bravissima Rebecca Hall (vista in The Prestige, Trascendence, Iron Man 3, ecc...) interpreta Elizabeth Holloway, la "prima moglie" di Marston. Bella Heathcote (The Neon Demon, The Man in the High Castle) interpreta la bella, innocente e un po' impacciata studentessa Olive Byrne, discendente di insigni femministe, che diventerà parte del "menage à trois," o rapporto poliamoroso come si dice oggi, con la coppia Marston-Elizabeth.


Doveroso dire che della vita di William Moulton Marston e famiglia mi ero già occupato tempo fa leggendo The Secret History of Wonder Woman, un saggio ben documentato scritto da Jill Lepore, e mi risulta che certi aspetti della relazione dei tre, ad esempio i giochi di corde e il sadomasochismo, non erano in realtà parte della vita quotidiana della famiglia. Non mi risulta inoltre che ci siano stati "outing" non voluti, vicini di casa pronti a fare ostracismo con tanto di scazzottate (nel film il povero Marston le prende) e conseguenze pesanti per la famiglia. Insomma la realtà di quella relazione, certamente sopra le righe anche per i costumi di oggi e decisamente oltraggiosa per gli anni '40 del secolo scorso, è stata resa più drammatica e più "storia da film," immagino per farne una narrazione avvincente, e forse per esaltare ancora di più Marston e compagne come eroi della liberazione sessuale, oltre che del femminismo.

Vero che i temi di dominazione e sottomissione erano presenti con grande frequenza nelle storie scritte da Marston, e certamente descrivono delle fantasie con cui lui si trastullava. Nel film, proprio questi temi, oltre ai contenuti violenti, scatenano contro il fumetto una offensiva che prende di mira l'autore e il personaggio di Wonder Woman. Perciò il nostro scienziato-fumettista deve correre a difendersi.

Il film alterna le scene di Marston che spiega le sue ragioni in un incontro con una severa commissione, alternate ai flashback sulla sua vita professionale e sulla sua straordinaria esperienza sentimentale. L'apparizione di Olive, che irrompe nella relazione matrimoniale già avviata tra Marston e Elizabeth, viene rappresentata con capacità, è una storia sentimentale avvincente, dove un po' tutti devono accettare i propri sentimenti e parlare di cose di cui farebbero volentieri a meno (nel film si drammatizza la cosa dando un ruolo anche alla... macchina della verità). Alla fine tra omosessualità, giochi di dominazione e sperimentazione poliamorosa la relazione sarà soddisfacente per tutte le parti coinvolte, e se è vero che il povero Marston se ne andrà abbastanza giovane per via di un tumore, Elizabeth e Olive a loro volta resteranno insieme fino a che morte non le separò (e questi sono fatti documentati).

La storia di William Moulton Marston è molto più complessa: il libro della Lepore mi ha dato l'impressione di un uomo senz'altro dotato ma che voleva per forza creare qualcosa che facesse subito "il botto," e con il suo insistere negli esperimenti su una (imperfetta) macchina della verità, e altri atteggiamenti poco adatti al ruolo di docente. Con questo, Marston guastò la propria carriera accademica, poiché da un certo punto della sua vita le sue credenziali universitarie non andarono che decrescendo, fatto che non gli impedì di avere un cospicuo successo con i fumetti, nonostante anch'essi abbiano avuto una storia travagliata. Il film sceglie con cura fra tutto il materiale di cui si potrebbe parlare, ed è un altro dei motivi per cui è ben riuscito.




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