giovedì 12 ottobre 2017

Invasione: Atto Terzo

Con Invasione: Atto Terzo i guai dei Rettili invasori della Terra raggiungono un nuovo livello; ne parlerò, anticipando parti delll trama. La guerra si fa, se possibile, ancora più dura e spietata (Harry Turtledove ci piazza anche una bomba atomica tirata su Roma, città controllata dagli invasori, e nell'evento muore Papa Pio XII).

Un evento che sembrava epocale nella storia di questa serie era la diserzione di un alto ufficiale dei Rettili (Straha) dopo aver cercato di mettere in discussione l'autorità del Signore di Flotta Atvar. Lo spirito tradizionale dei Rettili impone una maggioranza schiacciante perché il comandante sia rilevato dall'incarico, non basta un voto più della metà.

Straha ci giunge vicino ma non ce la fa, e la logica conseguenza sarebbe il suo arresto da parte di Atvar... per evitare ciò, Straha scappa, scende sul pianeta con una navetta, e si consegna agli Statunitensi. Questo crea grandi conseguenze? Be', in questo libro no. È chiaro che adesso è disponibile una vera astronave per i terrestri, il mezzo di collegamento che il gerarca rettile ha usato per fuggire, ma studiarlo sarà impegnativo. E Straha non sembra prendere contatti con alcun leader, o avere nessun piano oltre al semplice salvaguardarsi dall'arresto e dalla punizione. Offre il destro alla propaganda USA e basta. Staremo a vedere.

Dall'altro lato della barricata prosegue la lunga parabola calante di Larssen, lo scienziato che si è visto la moglie soffiata da un giocatore di baseball. Sconvolto dalla rabbia, sempre più solitario e infine assassino. Il lettore si potrebbe aspettare che, specularmente alla mossa di Straha, Larssen riesca a disertare a favore dei Rettili e riveli che il programma atomico USA ha sede a Denver. Sarebbe un bel colpo, i Rettili (che buttano bombe atomiche a casaccio quando gli umani li colpiscono) sarebbero in grado di eliminare le pile atomiche e le migliori menti scientifiche. Ma Larssen viene ucciso, sorpresa! ...proprio mentre sta per arrivare al territorio presidiato dai Rettili.


Mentre i Rettili studiano una neonata (tolta a un ostaggio cinese) per capire se gli umani potrebbero essere un'aggiunta produttiva all'impero della Razza, la storia procede con reciproci lanci di bombe atomiche; la lista di città nuclearizzate da potenze terrestri o dai Rettili diventa di tutto rispetto. Nel finale abbiamo invece (altro evento quasi impensabile per la Razza) l'ammutinamento di massa di un gruppo da combattimento situato in Siberia, azione guidata da Ussmak il carrista, dopo aver visto i suoi compagni di veicolo uccisi e aver assunto una dose di droga piuttosto rilevante.

Dal punto di vista dell'ambientazione (o worldbuilding per gli anglofili) la Razza è quanto mai interessante. A un primo sguardo mi pareva che Turtledove avesse modellato questa specie, con il suo ossequio per la tradizione, sui Giapponesi. In realtà può essere così, parzialmente, ma ci sono differenze notevoli. I Giapponesi (che l'autore tratta con una certa antipatia, mostrandocene pochi e quei pochi tutti odiosi) posseggono una durezza che la Razza non ha, e lo si vede dal trattamento riservato a un pilota prigioniero di guerra, Teerts, tormentato dai pestaggi e dagli interrogatori portati avanti da personaggi minacciosi. I Rettili non si comportano allo stesso modo.

La Razza ha poca flessibilità e molto rispetto per la tradizione, ha anche una notevole durezza nel condurre la lotta quando necessario, ma spesso conduce una guerra pulita e non apprezza la barbarie. I prigionieri non vengono maltrattati, la Croce Rossa (una volta capito cos'è) rispettata, nei territori occupati non vengono commesse delle stragi, o meglio si vede un caso in cui succede, ma è subito aver subito un duro attentato. Una cosa da notare è che per la Razza il superiore comanda ma deve tenere in conto il benessere del sottoposto. La brutale tirannide, o la prepotenza degli alti gradi militari, non giunge quindi a livelli "terrestri," vi è un contegno relativamente civile anche nei confronti del nemico.

Della vita sul pianeta dei Rettili Turtledove ci mostra poco. Salvo che nel periodo dell'accoppiamento i Rettili non hanno istinti sessuali (e in assenza delle femmine, che li stimolano coi loro feromoni, i maschi non ne avrebbero mai). A parte il momento della fecondazione non c'è intimità e anzi i sessi conducono vite separate. Intente a occuparsi della prole le femmine, di tutto il resto i maschi. Niente famiglia, quindi. Le città sono moderne, con grattacieli, traffico ecc... i singoli vivono in appartamenti dotati di tutti i comfort. Salvo indossare delle cinture con le tasche, i Rettili sono peraltro nudi.

È un popolo di formiche, di individui tutti uguali? No, l'individualità è ben spiccata, nonostante tutto l'inquadramento che è evidente in questa società. Quanto alla disciplina, se da una parte è incredibile, o quasi, che ci sia un ammutinamento in massa (sempre tenendo presente il paragone giapponese), va tenuto conto che le condizioni in cui si verifica sono molto particolari. Penso che questa specie intelligente sia stata creata molto bene, ed è un punto forte di questa lunga serie.

Forse nell'ambientazione di Turtledove l'unica cosa che stona è il pianeta privo di masse d'acqua, un mondo insomma che sarebbe estremamente arido. Come ha prosperato vita e civiltà in quelle condizioni? Qui la domanda è più difficile da rispondere.






3 commenti:

  1. "La Razza ha poca flessibilità e molto rispetto per la tradizione, ha anche una notevole durezza nel condurre la lotta quando necessario, ma spesso conduce una guerra pulita e non apprezza la barbarie."

    Questo si era già visto nel primo libro, quando mostravano una certa simpatia per gli animali. E gli umani (da gran bastardi), ne hanno approfittato imbottendo le pover bestie di esplosivo e usandole come Kamikaze. Devo dire che in quel caso la Razza aveva tutta la mia simpatia: gli umani a quel punto si meritavano quel che gli stava capitando.

    RispondiElimina

  2. In molte occasioni i Rettili ci fanno una figura degli umani in effetti. Curiosità: la tattica dei cani con esplosivo mandati sotto i carri armati è stata praticata davvero, contro i Tedeschi...

    RispondiElimina
  3. Sì, quella tattica me la ricordo ed è una cosa che ho sempre trovato detestabile; è vero che in guerra si fa di tutto e anche di peggio, ma è una cosa davvero rivoltante.

    RispondiElimina

Per contrastare in qualche modo gli spammer, ho dovuto introdurre la moderazione dei commenti su post più vecchi di due settimane. Peccato: mi ci hanno proprio obbligato. Inoltre non si può postare anonimamente.