giovedì 17 novembre 2016

Brak: the Sorceress


Quando mi sono interessato a John Jakes e al suo guerriero Brak, oltre a over comprato il suo primo libro ho preso anche questo Brak: the Sorceress, dando per scontato che avrei gradito un po' di barbarie e mazzate, se scritte bene. Così mi sono trovato a leggere uan storia, piuttosto breve, che non si distaccava molto da quelle del primo volume. Brak è ancora in viaggio verso sud, verso il mitico Khurdisan, dove non si sa bene cosa debba trovare di bello (in pratica non lo sa nemmeno lui). E i suoi nemici, tutto sommato, sono sempre gli stessi.
Questa volta il viaggio viene interrotto dall'incontro con una specie di anacoreta (appartenente alla religione pseudo cristiana già presentataci in passato) e poi dal salvataggio di una ragazza, cui segue la cattura da parte di una crudele strega (vedi il titolo) ovvero Nordica Fire-Hair.

Brak rischierà stavolta di finire vittima di un sacrificio umano; ovviamente fuggirà, se la vedrà con diversi nemici e con un mostro decisamente impressionante. Ma la situazione in cui è capitato non è quella che sembra inizialmente. Peccato che se il protagonista fa un po' fatica a ricomporre i pezzi del puzzle, il lettore capisca tutto subito. La donna malvagia che fronteggia il barbaro è in realtà posseduta dallo spirito di Ariane, figlia di Septegundus, discepolo di Yob-Haggoth, la divinità malvagia. Septegundus (e famiglia, a quanto pare) gliel'hanno giurata al barbaro e continuano a mettergli i bastoni fra le ruote. Vinceranno? Ovviamente no, tutto è rimandato a un'altra puntata.

Devo dire che, per quanto esista decisamente di peggio, questa seconda lettura di John Jakes mi ha piuttosto annoiato. In effetti era superflua e, sebbene il libro sia breve, in qualche momento mi sono un po' trascinato a fatica. Terribili i momenti in cui Brak si deve cimentare in qualche prestazione di forza e resistenza fisica: dita che si aggrappano al ciglio del burrone, sudore, muscoli che si tendono, scivolamenti che rischiano di essere fatali, pesi da sopportare, fatiche bestiali varie, tutto un armamentario descrittivo che ritorna varie volte nell'armamentario di Jakes e che mi fa venire voglia di saltare un paio di pagine. Tanto, dopo un po' di sbattimenti, sappiamo che il barbaro ce la farà.
Allo stesso modo, i nemici di Brak non mostrano niente di imprevedibile o di originale, cosa che invece a volte in Conan avviene. Pertanto confermo la mia impressione: Brak è proprio il Conan di serie B.

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