giovedì 17 marzo 2016

Ogni Maledetto Lunedì, testimonial di una generazione che non è la mia


Tutti a dire che Zerocalcare si è preso il titolo di portabandiera di una generazione dei trenta-e-qualcosa. E bravo, ho pensato, e alcune vignette viste in giro mi piacevano, però ho aspettato una vita prima di leggerlo. Perché io sono di un'altra classe, il 1964, l'anno record di nascite, in cui un milione di piccoli Italiani sono venuti ad affollare il mondo. Io vengo dal boom, anche se non l'ho visto perché ero troppo piccolo. E come scriveva uno scrittore statunitense (chi? grande premio per chi lo indovina!) quando ero ragazzino c'era un grande fermento, e pareva che nonostante moltissime tragedie si potesse cambiare il mondo, ma poi sono arrivato ai diciotto anni ed era tutto finito. L'invasione della cultura giapponese stava appena cominciando (e forse sarebbe stato meglio non fosse arrivata proprio, ma sto divagando). Non c'erano figurini da mettersi sulla mensola con i personaggi di Star Wars eccetera, se citavi il Signore degli Anelli nessuno sapeva di cosa stavi parlando, la TV era in bianco e nero e c'erano tre o quattro canali, non esistevano (o stavano appena nascendo) i personal computer i videogame gli smartphone o internet, tutte quelle cose che un ragazzino oggi pensa ci siano state anche ai tempi degli antichi romani... in compenso c'era il servizio militare. E poi è cominciato il mondo come lo conosce Zerocalcare, ma per me è stato molto diverso e per certi aspetti non era il mio.

Comunque le sue strisce (ho avuto la possibilità di leggermi Ogni Maledetto Lunedì) sono divertentissime, tra manie personali o generazionali, miti libreschi e televisivi, videogames. Parlano di sciocchezze, a volte, ma sepsso sdrammatizzano su problemi seri. E spazzano via una certa impressione superficiale di tanti che conosco, che oggi i giovani (anzi i ggiovani con due g) siano dei teneroni rammolliti che tanto ci pensa mamma o papà.
La mia generazione però, chi non era proprio fesso o sfortunatissimo, il lavoro lo ha avuto. Oggi invece il ritratto è quello che fa Zerocalcare in quegli inserti tra una storiella e l'altra, il naufragio nella notte nera e tutti fradici aggrappati ai rottami, nella più totale incertezza, con qualcuno che ogni tanto (m'ha fatto pensare quella pagina) non riesce più a tenere la presa e va giù negli abissi.
C'è da riflettere, sì.

9 commenti:

  1. "(e forse sarebbe stato meglio non fosse arrivata proprio, ma sto divagando)"

    sono curioso di sapere perché lo pensi. Potresti parlarne su di un altro articolo.

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  2. Capisco davvero quello che dici...

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  3. Io sono della tua stessa generazione. Anzi, ti precedo di qualche anno e la prima televisione l'ho vista a sei anni. Ho anche qualche bel ricordo degli anni del boom (e me lo tengo stretto).
    Riguardo all'invasione giapponese, l'ho proprio ignorata e continuo a ignorarla. Del resto all'epoca ero già grandicello abbastanza da poter decidere cosa faceva per me e cosa no.

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  4. Per quanto riguarda l'invasione giapponese, in parte ne va preso atto, in parte va pianta la morte del fumetto "alla occidentale" che ora resiste solo in alcuni posti tipo Francia e Belgio (ho già bloggato in merito), certi cartoni animati violenti ai tempi me li sono visti, oggi penso che fatti vedere ai dodicenni non fossero molto educativi... è un discorso difficile.
    Comunque parlando di Zerocalcare, è incredibile come a volte vorresti "essere stato dentro" la generazione più giovane, e a volte ti fa quasi orrore l'idea...

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  5. Per il fumetto non condivido molto la discriminante geografica che citi. Moebius si è fatto giapponesizzare alla grande, gli anglo-americani Alan Moore e Grant Morrison no.

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  6. Zero Calcare è divertente, in alcuni casi anche profondo (giudizio il mio molto limitato dato che ho letto poche strisce).
    Sull'invasione di manga e anime ci sono opere meritevoli e altre no. Da piccolo vedevo cartoni come Prendi il mondo e vai, Robotech, Daitarn, Holly e Benji, Voltron, Goldrake, Georgie, Lady Oscar, (chi è della mia generazione si ricorda di Bim Bum Bam), che se paragonati alle schifezze che propinano ora ai piccoli attuali (vedasi Peppa Pig e Spongebob), sono capolavori.
    C'è però da dire che ci sono autori di manga come Berserk e L'attacco dei giganti che sono stati fortemente ispirati dalla cultura occidentale.

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  7. @ Ivano Landi: non ho ben capito cosa intendi, però un fumetto francese e uno jap sono ben diversi, no?

    @ M.T. a me dispiace molto il modo di disegnare alla "manga," comunque non posso dire cosa ci sia di buono ora in TV perché non la vedo proprio, penso che si tratti anche di una questione di soldi, una volta mandavano della roba decente nella TV generalista, poi hanno sterzato su cose da quattro soldi e generalmente tutto quello che abbia un qualche valore finisce su satelliti o canali a pagamento, penso che sia difficile fare paragoni sulla TV di una volta (che faceva già schifo per molti aspetti) e quella di oggi (che non si può proprio guardare).

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  8. Sul modo di disegnare è una questione di gusti: lo stile manga non mi dispiace, ma dipende da manga a manga. Questo dipende per qualsiasi stile e autore (penso a quelli americani con i loro supereroi). Americani e giapponesi hanno una cultura diversa tra loro, che è diversa da quella italiana: ora da noi va molto Zerocalcare, prima c'erano i vari Lupo Alberto, i fumetti Bonelli, ma che non erano famosi come gli altri.
    Lasciando stare le tv a pagamento, l'unica ora che fa vedere anime (quei pochi) di un certo tipo è Rai4, ma più che altro per un pubblico adulto, infatti è in seconda serata. Se ti capita di fare un giro su RaiGulp, K2 o di parlare con genitori con figli piccoli, capisci che roba c'è (e vien da pensare che quando si era piccoli non si è stati poi così sfortunati in fondo...)

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  9. Ma sì, ormai è una TV di poveracci, non è nemmeno rappresentativa, un sacco di gente ha a disposizione molto di più sui canali a pagamento, o scarica film dalla rete, conosco un sacco di mamme che sono diventate tecnologiche per piratare cartoni animati da far vedere ai bambini (le sciure comprano i DVD)...

    Io magari mi farò l'abbonamento a Netflix visto che piace a tutti. Ma la vedrò sul computer, per evitare di pagare il canone RAI (visto che NON guardo la RAI).

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