venerdì 24 aprile 2015

Una sempre più incontenibile voglia di censura

Dal momento che siamo benedetti dalla presenza di un governo "del fare" che riesce a ottenere sempre quello che vuole, e da un premier che si libera di ogni perplessità con un'alzata di spalle e qualche frase celebre ("se ne faranno una ragione") potrebbe anche darsi che pure la legge ammazzablog questa volta passi. A proporla, stavolta, il piddino David Ermini.

La legge della rettifica entro 48 ore pone un termine stringente all'obbligo di smentita di notizie diffamatorie pubblicate da una testata. Tale normativa starebbe per essere estesa anche ai blog. Dico starebbe perché può sempre darsi che anche questa volta non se ne faccia niente... però siamo in un paese dove c'è una enorme voglia di zittire qualunque voce indipendente, oltre a governare con una percentuale irrisoria di consensi e altre piacevolezze simili. A me vien da pensare che potrebbe essere la volta buona.

Tanto per entrare nel merito della questione, se una testata giornalistica deve pubblicare un trafiletto di rettifica lo fa senza grosse difficoltà. Se beccano un blogger che magari è fuori dalla sua città o in vacanza all'estero, potrebbe non farcela entro le 48 ore a pubblicare una smentita, e beccarsi una condanna. Io trovo una bestialità equiparare un blog a una testata giornalistica, voi che ne dite?

3 commenti:

  1. Che tristezza...
    Sono anni, che discutendo o scrivendo, metto in guardia da un sistema che schiaccia sempre più l'individuo e ne mina la libertà, perché quello che si vuole è obbedienza, stare zitti e piegare il capo a chi è in certi ruoli e questo avviene in tutti gli ambienti, grandi e piccoli. Ma la gente non vuole ascoltare, se ne frega, arrivando a capire (dopo tanto che lo dico) quando ormai è troppo tardi. Allora si lamenteranno, ma se la saranno andata a cercare; però alla fine ci rimetteranno tutti, anche chi ha provato a fare qualcosa.

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  2. Per quanto riguarda i tentativi di introdurre le norme anti-blog, spesso ho scritto dei post su Mondi Immaginari, talvolta non l'ho nemmeno fatto, tanti ce ne sono stati. È un po' come la storia del WiFi, che è stato ostacolato con ogni mezzo possibile (mettendo ad esempio una norma che lo autorizzava e poi una clausola capestro che rendeva chiunque fornisse punti d'accesso responsabile sul loro uso).

    C'è chi se la prendeva con la destra italiana ma ormai è tutto il mondo politico che vorrebbe (senza osare dirlo) ridurci a limitazioni della liberta di usare la rete come avviene in paesi tipo la Cina o l'Iran.

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  3. Ormai non c'è più distinzione tra destra, sinistra, centro. L'attuale premier viene considerato di sinistra, ma segue la stessa linea di Berlusconi ( qualcuno lo ritiene un infiltrato di quello che era il PDL), al punto che è uguale a lui, fa le stesse sparate, ha lo stesso presenzialismo, modo di fare.
    La politica che da anni governa in Italia invece di preoccuparsi di far funzionare le cose per la maggior parte della popolazione (purtroppo per tutti risulta essere utopia), si è premunita di tutelare sempre i soliti (chi ha soldi e cariche): il risultato è che, inevitabilmente, così c'è stato il peggioramento. E si vuole zittire chi fa notare ciò che non va e tutte le malefatte che sono state compiute: trasmissioni come Report e Presa Diretta sono tra i pochi esempi di chi cerca di portare a galla la verità. Su trasmissioni simili, se una tale censura passasse, che impatto avrebbe? So che è una domanda retorica, ma qua si rischia, come in certe storie distopiche o di fantascienza, di voler costruire l'informazione, non di riportarla così com'è in realtà.

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