mercoledì 25 febbraio 2015

La carta non muore mai?

Un articolo su un tema che ho già affrontato in passato, e su cui ho appunto una riconferma: i limiti degli ebook come esperienza di lettura. La frase "teen-ager e ventenni non hanno dubbi, preferiscono il vecchio tomo, piuttosto che le versioni in formato elettronico," la prenderei con le pinze e non parlerei di fascino della carta come fa l'articolista, per carità. Il punto che è messo invece in rilievo abbastanza bene è il limite che l'ebook ha quando si tratta di didattica.

La pagina con la sua forma e le annotazioni ai margini, i segnalibri infilati nelle pagine, la possibilità di sfogliare a rapido colpo d'occhio, sono tutte caratteristiche che danno a un testo (scolastico o universitario) una migliore fruibilità nel formato cartaceo, proprio per chi deve studiare, memorizzare, riflettere sul testo ecc...

Io non sono la persona più agile di questo mondo coi prodotti hi-tech, ma sono "alfabetizzato" e ho già notato nell'esperienza personale che l'unico genere di testo dove preferisco il digitale è la narrativa, o comunque i testi dove non c'è da fare riferimenti incrociati fra i capitoli, non servono mappe, foto, schemi e via dicendo.

Poi la narrativa è la grande maggioranza di ciò che leggo, ma se esco da questo campo preferisco sempre il cartaceo, sulla cui scomparsa non sono proprio disposto a scommettere.

7 commenti:

  1. L'ebook dalla sua ha la facilità di ricerca: basta digitare una parola o una frase e subito la si trova, senza sfogliare per minuti nella ricerca di un brano di cui non ci si ricorda la collocazione.
    Quindi, per quanto riguarda lo studio, usare entrambi i formati (cartaceo e digitale) sarebbe la cosa migliore: perché come certi studi affermano, lo sfogliare delle pagine, avere tra le mani qualcosa di materiale, aiuta a ricordare ciò che si legge. Non tutti saranno di questo parere, ma io personalmente (forse perché ho studiato alla vecchia maniera) memorizzo più facilmente leggendo un libro cartaceo.

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  2. Ognuno fa storia a sé ma dagli studi fatti sembra che la maggior parte delle persone non studia bene con un ebook.

    Parlando di me, quando leggo qualcosa di saggistica o comunque non narrativa, e devo magari ritornare indietro a un certo pezzo, mi sento incerto con il kindle paperwhite, molto meno con un libro cartaceo.

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  3. Personalmente adoro la sensazione che da un libro fra le mani, sia esso didattico o di genere narrativo.
    Il profumo della carta stampata da più calore rispetto alla fredda tecnologia dell'ebook, ma purtroppo oggi come oggi dobbiamo confrontarci con la dura realtà delle attuali circostanze: far stampare libri è costoso e deleterio per l'ambiente (a meno di poter scegliere di adoperare carta riciclata).
    Ricordo che una casa editrice mi chiese 2580 euro in blocco come prezzo per la pubblicazione del mio romanzo La Druida di Ithil, che all'epoca aveva un titolo diverso.
    Rifiutai con rammarico perché non ne avevo, e perché mi sentii presa in giro: mi dissero che il mio lavoro era adeguato, che era promettente e tante altre belle frasi zuccherine, ma la realtà dei fatti era che, sostanzialmente, se volevo una pubblicazione cartacea dovevo rischiare io ed io soltanto in primis.
    Così alla fine mi sono arresa al mercato degli Ebook: non mi danno la stessa sensazione, però per lo meno posso gestire i manoscritti in prima persona con annessi e connessi.
    Per non parlare dei costi legati al tenere il proprio manoscritto sullo scaffale di una libreria: i prezzi di affitto possono salire vertiginosamente, nell'ordine delle centinaia di euro, ma anche di più.

    Mortificante, purtroppo.

    Mio marito ad esempio mi ha regalato un quaderno cartaceo di esercizi per l'apprendimento dei sillabari giapponesi e devo dire che è più efficiente rispetto ai programmi che girano per la rete.

    Potendo scegliere, anche io prediligo la carta, ma purtroppo ci sono determinate circostanze che ti impongono di affidarti alla tecnologia.

    Che uso se ne fa poi, dipende dalla persona.
    Come per tutte le cose.

    A presto e buon proseguo.

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  4. Io sono favorevole al digitale, per quanto riguarda la narrativa. Ma siccome i lettori sono un po' rimasti indietro, la carta ha un suo senso anche lì. Però l'editoria a pagamento non dovrebbe mai essere foraggiata per cifre così folli. O si trova un compromesso un po' più valido o si ricorre al POD (Print On Demand) che ha molto più senso.
    non avevo idea che si potessero affittare scaffali nelle librerie, ma ha senso?

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  5. Che abbia senso o meno non ne ho idea, ma la Feltrinelli ha un suo listino e non è economico.

    Parlando d'altro, ho notato che è passata in sordina la notizia della dipartita di Leonard Nimoy, personalmente la cosa mi ha rattristata, è stato mio marito stasera a riferirmelo: per noi Star Trek è una pietra miliare (più sua, io gli sono andata dietro imparando ad apprezzarlo attraverso di lui) e devo dire che un pò mi rammarico di come la letteratura che si è sviluppata nei decenni sull'argomento qui in Italia sia passata sotto silenzio, si trova poco o nulla.

    Un vero peccato, davvero.

    Saluti

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  6. Star Trek ha indubbiamente segnato un'epoca. A causa di eccessivo entusiasmo, diciamo così, da parte di persone che mi attorniavano ai tempi, io ho sviluppato una certa distanza verso questa serie (e i suoi successivi seguiti) ma non dico che non abbia il proprio valore.
    Gli attori della prima serie sicuramente rimarranno nel ricordo degli appassionati molti anni dopo la fine del loro cammino su questa terra.

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  7. Un vero peccato, i temi che tratta sono meritevoli e sebbene non condivida alcune scelte o idee, devo dire che nel complesso si tratta di uno dei più grandi pilastri della storia della fantascienza moderna, soprattutto la prima serie, la quale trattava determinati temi importanti con tatto ma anche in modo da spingere le persone ad aprire gli occhi su certi comportamenti e mentalità graniticamente ottuse.

    Se in futuro le sorgerà la curiosità di tentare di riavvicinarsi a questo piccolo mondo, sono persuasa che troverà buoni motivi per apprezzarlo.

    Saluti

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