mercoledì 28 maggio 2014

Segnalazione

Di Paolo Bacigalupi avevo parlato in occasione della mia recensione di The Windup Girl. L'autore italoamericano era stato premiato per questo libro, molto appassionante anche se avevo manifestato dei dubbi riguardo alla sua ambientazione. Ora leggo che è in arrivo un'altro suo romanzo (The Water Knife) dove si parlerà della scarsità di acqua e di come le città dovranno farci i conti. Dalla Bangkok minacciata dal mare passeremo quindi a centri abitati americani che muoiono di sete. La crisi ambientale rimane nel mirino di questo autore, in un modo o nell'altro. Ce la farò a leggere questo nuovo libro?

lunedì 26 maggio 2014

I Daimon di Pandora

Questo breve ebook è il primo di una collana della Delos Books (Delos Digital in questo caso) dal nome Urban Fantasy Heroes. L'autore è Emanuele Manco, che curerà anche il progetto. Il titolo è I Daimon di Pandora e non si tratta solo di un racconto ma dell'impostazione di tutta un'ambientazione che dovranno seguire gli altri narratori che parteciperanno alla collana.


Il racconto parte dalle disavventure di un certo Enzo, stressatissimo lavoratore di "help desk" informatico, che si ritrova un bel giorno una strana applicazione Jinn che parte per i fatti suoi da una chiavetta USB.

mercoledì 21 maggio 2014

Di ritorno da Istanbul

Ho trascorso alcuni giorni nella ex-capitale della Turchia. Per un appassionato di storia Istanbul ha una serie di attrattive irresistibili: vi hanno vissuto popoli antichissimi già prima che venisse scelta da Costantino per essere la capitale dell'Impero Romano. La varietà di civiltà che hanno lasciato testimonianze qui fa della città un caso forse unico, certamente assai notevole, sebbene il suo antico fascino sia, a detta di coloro che la vissero nel recente passato, sfumato sempre di più nel fracasso del mondo moderno e globalizzato (e pieno di conflitti, che influiscono ancora adesso sulla moderna Turchia). In pratica: c'è moltissimo da vedere, e sarebbe anche una meta a buon mercato se tutto non costasse il doppio che nel resto del paese... e se il turista non fosse oggetto di una serie estenuante di truffe e di fregature.


In verità la città è immensa e molto varia. Esiste una Istanbul moderna e occidentalizzata, con qualche punta di avanguardismo trasgressivo; esistono parecchi quartieri poveri e piuttosto squallidi, ma anche palazzi moderni di vetro e cemento. Resistono in scarso numero le vecchie case di legno soprattutto nel centro storico e nei quartieri antichi. E proprio l'area della vecchia Costantinopoli oggi è abitata dalla popolazione più tradizionalista (moschee dappertutto, donne con il pastrano nero o per lo meno i capelli coperti, ecc...).

lunedì 12 maggio 2014

Small World


Small World è un boardgame del 2009 pubblicato dalla Days of Wonder. È basato sul controllo del territorio, facile, di breve durata (in una serata si possono concludere diverse partite). Il disegnatore è Philippe Keyaerts, belga, non alla prima impresa. Poiché il gioco ha avuto successo ci sono innumerevoli espansioni (e una versione digitale) ma l'idea di base è semplice, semplice e geniale.

Abbiamo una mappa divisa a zone con vari tipi di territorio (montagne, mari o lago, foresta, e via dicendo), varie pedine appartenenti a diverse "razze" che devono contendersi questo mondo, e delle tessere di cartoncino di diversi tipi che si combinano per crearne le caratteristiche. Le razze sono descritte così con un nome e un aggettivo. Ad esempio, nella fotografia che ho scattato, si può vedere una di queste accoppiate (le due tessere che si congiungono una nella concavità dell'altra). Ogni razza ha una caratteristica base data dal nome (e descritta con dei simboli, nella tessera a destra) e una capacità aggiuntiva casuale, l'aggettivo, diversa a ogni partita (tessera più piccola, a sinistra). Con questo facile accorgimento il progettista del gioco ha creato una grande varietà di combinazioni, dando già al gioco base una buona longevità. Si può facilmente comprendere come questo sistema sia espandibile all'infinito pubblicando delle espansioni con nuove curiose combinazioni, nuove mappe e via dicendo.

Va da sé che in qualche caso la caratteristica base di una razza si accoppia particolarmente bene con il potere attribuito dall'aggettivo, talvolta la combinazione è meno forte. I giocatori possono vedere un certo numero di queste razze giocabili, disposte in ordine di apparizione. Si può "pagare" un bonus di punti vittoria per scegliere quella che piace di più; altrimenti si prende la prima disponibile. Quello che non si può fare è cambiare le combinazioni nome-aggettivo, che restano casuali.

C'è poco spazio per la fortuna (esiste il dado ma è poco rilevante). Ciascun giocatore cerca di espandersi e prendere più territorio possibile partendo da bordo mappa e attaccando le zone adiacenti, contendendosi questo mondo che, come dice il titolo, è troppo piccolo per tutti. Più zone si controllano e più punti di vittoria si prendono, molto semplicemente. A seconda dei vari bonus a qualcuno sarà più facile conquistare certi tipi di terreno, a qualcun altro toccherà un bonus aggiuntivo controllando i territori con certe caratteristiche, altri vinceranno più facilmente le battaglie, altri saranno più coriacei in difesa, e via dicendo.

Per conquistare un territorio c'è un numero fisso di pedine da collocare, a seconda delle difese e del tipo di terreno eccetera; pertanto una razza non raggiunge subito la propria massima espansione. Nei turni successivi si riprendono in mano le tessere (contrariamente al risiko, qui si possono eventualmente abbandonare dei territori) e si cerca di effettuare nuove conquiste e disporsi al meglio.

Va da sé che quando è il turno degli avversari prima o poi i nostri territori verranno attaccati così alcune delle nostre preziose truppe andranno perse e altre si ritireranno. Un giocatore può ad un certo punto decidere che è meglio rinvigorire le proprie forze con sangue fresco: la scelta è di saltare il turno e ripartire poi con una nuova razza. Quella vecchia rimane passiva, non muove più e non attacca, però fornisce ancora dei punti vittoria; notare che non si difende bene come prima (resta solo una truppa per ogni territorio). Quando il giocatore sceglie di fare un secondo cambio di razza giocante, la più vecchia scompare e così via (massimo due razze in gioco, una attiva e una passiva).

Il gioco dura un numero fisso di turni e questo garantisce partite brevi; il giocatore dovrà gestire al meglio le proprie forze, decidere quando è il caso di perdere un turno per immettere una nuova razza in gioco e massimizzare le possibilità di guadagnare punti vittoria, offerte dalle particolari caratteristiche delle forze che sta muovendo. Insolito, ma non impossibile, è giocarsi tutta una partita con una sola razza.

Una volta presa confidenza con questo gioco un veterano dei boardgames potrebbe sentire che, sebbene ci siano illimitate combinazioni per creare le razze, quello che c'è da fare sia fin troppo ovvio; le cose cambiano se si introducono nuove espansioni, ma a mio parere la semplicità di Small World ne può limitare alla lunga la rigiocabilità. Tuttavia questo boardgame ha diversi vantaggi che ne hanno determinato il successo: è semplice e accessibile ai giocatori occasionali, presenta diverse idee valide, e per chi ha bisogno di novità per superare la noia di conoscerlo troppo bene ci sono molte espansioni disponibili. Un altro lato positivo è che l'ambientazione è fantasy.







lunedì 5 maggio 2014

Dominion

Un libro scritto da un inglese su un'ipotetica pace tra la Gran Bretagna e la Germania di Hitler nel 1940, Dominion, ha suscitato qualche polemica e clamore (dal momento che nella sua ambientazione parla di leader in carne ed ossa di quel periodo) e vinto il Premio Sidewise per la Storia Alternativa nel 2012.
Essendomi acclimatato alla politica interna inglese del periodo con una precedente ponderosa lettura (il libro di Charmley su Churchill) ho affrontato quest'opera di Christopher John Samson scoprendola ricca di spunti di riflessione, sebbene non manchino aspetti che mi hanno convinto poco.

L'azione parte nel 1952, dodici anni dopo che Lord Halifax, politico conservatore, è stato scelto al posto di Churchill come capo del governo dopo che Neville Chamberlain(*) era stato costretto a dimettersi per come aveva trattato la politica estera (nei confronti di Hitler) prima del conflitto, e per la deprimente prestazione nei primi mesi di guerra.

domenica 4 maggio 2014

Recensione

Una nuova recensione per il mio ebook Nove Guerrieri, è presente da pochi giorni sul blog Quotidiano di Ventura.
C'è un po' di spoiler, come si dice; comunque è interessante (non del tutto favorevole), e ringrazio senz'altro l'autore di avermi dato fiducia e acquistato il libro. Chi la vuol leggere la trova qui.