venerdì 28 ottobre 2011

I diktat della SIAE

Lo sapevate? adesso se fate apparire il trailer di un film su un sito internet (immagino anche un blog) sia pure semplicemente linkandolo da youtube, dovete pagare i diritti d'autore. Quei mattacchioni della SIAE hanno deciso di partire all'offensiva e di raggranellare un po' di quattrini (bisogna comprare una licenza per usare i video, e non costa nemmeno pochissimo). Il problema si pone anche per qualsiasi video che contenga materiale "protetto" dalla SIAE.
Potete saperne di più leggendo qui.

Ora, io non sono uno di quei guerriglieri che considerano insensato il copyright, la tutela della proprietà intellettuale e così via, però credo che sia importante sapere come funziona questo ente, come prende il denaro e come lo distribuisce (e a chi).
Vi invito a consultare un vecchio ma interessante servizio di Report, che trovate in trascrizione e in audio (audio che purtroppo io non sono riuscito ad ascoltare). Report è una celebre trasmissione della Rai, non un delirio di qualche attivista arrabbiato o pesantemente schierato, quindi il materiale è senz'altro degno di una riflessione: anche perché non mi risulta che le regole del gioco siano cambiate un gran che dalla data di questa inchiesta.
Ci sono molte cose da cambiare in questo paese prima che ricominci a funzionare, penso proprio che la Siae sia una di queste.

giovedì 27 ottobre 2011

Novità Fantascienza

Nel prossimo futuro la fantascienza dovrebbe proporci delle novità interessanti. A parte il prequel di Alien (possibile titolo: Prometheus?) dovremmo avere il film di Battlestar Galactica, il che farà piacere a quanti hanno apprezzato la serie TV: come me per esempio. Non è certo però se l'influenza principale del film verrà dalla serie originale di fine anni '70 o se ci sarà una fedeltà stretta alla serie "reimmaginata". Se vogliono usare gli attori già conosciuti al pubblico, sarà la seconda. John Orloff, che sta scrivendo la sceneggiatura, non si sbilancia, sembra tuttavia che sia appassionato alla prima delle due serie e credo che portare sul grande schermo la vecchia abbia una sua logica, perché la serie più recente ha detto e stradetto tutto quel che aveva da dire, nonostante abbia "perso una stagione" che si sperava di poter fare. Il pochissimo successo del prequel Caprica potrebbe anche significare che il Galattica reimmaginato sia logoro. Fare adesso un film prendendo attori, scenari e così via dalla serie recente sarebbe una bella sfida: raccontare una nuova storia con un cast e un'ambientazione già viste, creando una linea narrativa diversa? O fare il semplice riassunto di quello che è stato già visto da tutti coloro che volevano vederlo? Senza contare che i set sarebbero da rifare daccapo perché a quanto ne so ormai è stato smontato e venduto tutto il materiale. Ovviamente c'è anche la possibilità che questo film prenda le premesse della guerra con i Cylon e vada per una strada del tutto nuova.

I fratelli Wachowski, autori del poco amato (da me) Matrix e più recentemente del floppissimo Speed Racer, sono all'opera assieme ad un altro regista su Cloud Atlas, trasposizione di un romanzo di David Mitchell dove abbiamo sei protagonisti e sei storie ambientate in periodi diversi, dal passato (diciannovesimo secolo) al futuro. Storie diverse ma concatenate, unite dal tema dell'avidità umana. I Wachowski sono in ballo anche con un altro progetto di fantascienza: Jupiter Ascending, che dovrebbe essere il loro nuovo grosso progetto.
Insomma se la fantascienza nei libri non vende gran che, mentre i libri fantasy vanno a pancali nelle librerie (e ora anche come ebook) bisogna dire che sul grande schermo la situazione è abbastanza equilibrata. E se non vi piace vedere storie di maghetti e vampiri, la fantascienza è praticamente l'unica che vi resta. A meno che non vi sia piaciuto il nuovo Conan...
Tra l'altro, si parlava di un remake per Excalibur, ma il progetto è naufragato. Peccato.



domenica 23 ottobre 2011

Il Colore della Magia

Confesso: non avevo letto nulla di Terry Pratchett a parte spizzichi e bocconi. Il prolifico autore inglese, noto per esser stato nominato cavaliere dalla corona e (purtroppo) per la battaglia contro l'Alzheimer che salvo miracoli lo vedrà presto soccombente (probabilmente con un'uscita di scena dignitosa e volontaria in anticipo sul decorso della malattia), sarebbe uno dei pochi a esser riuscito a coniugare comicità e fantasy, due ingredienti difficili da conciliare.
Sul successo di pubblico non c'è alcun dubbio, quanto a me volevo verificare se davvero è così divertente. Così ho letto (dall'inglese) il primo libro della serie del Mondo Disco. Un mondo piuttosto particolare, a forma di disco come dice il nome, sostenuto da quattro (mi sembra) elefanti che a loro volta poggiano sul dorso di una tartaruga gigantesca che nuota nel cosmo. Con questo immagino che l'autore abbia voluto ridicolizzare le leggende sull'origine o sulla natura del mondo dei popoli primitivi, ma qui il tutto è inteso in maniera concreta e letterale, tanto che l'acqua degli oceani cade giù dal bordo.

Il Colore della Magia ci porta, avrei potuto scommetterlo, in una metropoli decadente, fetida e corrotta dal nome di Ankh Morpork, dove si presenta uno strano turista ricchissimo, Twoflower, che nella versione italiana diventa Duefiori. Questo ingenuo personaggio, che mostra subito di possedere troppi soldi e di non aver compreso la pericolosità del posto, si fa seguire da un baule di bagagli, dotato di piedi e molto pugnace quando necessario. Si incaricherà di far da guida a Twoflower il cinico Rincewind (Scuotivento), mago incompetente e poco coraggioso.
Il problema è che l'umorismo di questo libro spesso è del tipo britannico. Più arguzia e ironia che risate vere e proprie. Lo stesso ho verificato nella Guida Galattica per gli Autostoppisti, che ho amato di più molto probabilmente per aver letto i primi tre libri nella traduzione italiana, truce e sguaiata al punto giusto, e che m'è scesa di tono quando ho letto Addio, e Grazie per Tutto il Pesce in lingua originale.
Ad esempio, quando Rincewind osserva dei pesci che vivono vicino al bordo del disco nutrendosi di tutto ciò di commestibile che viene trascinato verso il bordo per cadere, si chiede come dev'essere vivere nuotando faticosamente per restare sempre nello stesso posto (ed evitare di cadere nel nulla), e conclude che la vita di quei pesci è molto simile ai suoi travagli personali. Arguta, simpatica osservazione, ma non mi fa ridere.
Comunque la lettura è stata ugualmente piacevole e deliziosa in alcuni punti. Continuo a pensare che il fantasy sia nato per essere un po' più solenne, e se fa ridere lo fa soprattutto in modo involontario, ma Pratchett è riuscito in un'impresa difficile.

domenica 16 ottobre 2011

I Tre Moschettieri

Qualsiasi film che si rifaccia al piacevole romanzo di Dumas difficilmente potrà sorprenderci con una trama insolita, anche se in questo caso ci sono delle deviazioni abbastanza robuste rispetto al libro. Si può però riproporre una vecchia simpatica storia con un formato moderno e accattivante, facendo l'occhiolino alla moda steampunk che ha tornato a furoreggiare, e prendendo qualche scena a prestito dai film d'azione ispirati ai videogame, con Milla Jojovich che, nei panni di Milady, si cimenta in acrobazie da action chick. Stile cinematografico che a me può non piacere gran che, ma volevo comunque verificare il risultato.
Ho cercato di vedere questo I Tre Moschettieri in 2D ma c'era un guasto (?) al primo giorno di programmazione, per cui ho dovuto rimandare di un paio di giorni e ripiegare sul 3D, di cui farei a meno; in ogni caso, stavolta, penso che la tridimensionalità abbia contribuito a far scena.

Assolutamente da non perdere le scene di combattimento tra i vascelli-dirigibili, gli scenari favolosi, i costumi rutilanti. I personaggi sono interpretati passabilmente, ma i tre moschettieri del titolo non hanno abbastanza spazio e scompaiono di fronte a D'Artagnan (Logan Lerman) e ai due principali antagonisti maschili: Buckingham (Orlando Bloom) e il perfido cardinale Richelieu (Christoph Waltz).
I volti femminili: oltre alla già citata Milla Jojovich, abbiamo l'inglese Juno Temple (nei panni della regina), mentre una giovane damigella d'onore (di cui s'invaghirà D'Artagnan) è interpretata da un'attrice (e modella) britannica dai nobili natali e dal nome impossibile: Gabriella Zanna Vanessa Anstruther-Gough-Calthorpe (per gli amici e per il pubblico, Gabriella Wilde).

Ha diretto il tutto Paul Anderson, regista da videoclip.
Direi che non c'è molto altro da aggiungere. Giudizio finale: ho qualche dubbio sulla trama (che presenta scorciatoie logiche), ma il film si fa gradevolmente vedere.

martedì 11 ottobre 2011

Perdite numerose ed eccellenti

Nel recente periodo sono venuti a mancare diversi personaggi importanti. Non mi metterò a fare un off topic su Steve Jobs (anche se un po' la voglia l'avrei), desidero invece ricordare che l'ambiente della fantascienza ha perso Vittorio Curtoni, direttore di Robot. Un nome importante, noto anche a me che, pur essendo appassionato di fantascienza, non ho mai seguito particolarmente quella italiana.
Mi ha colpito enormemente anche la scomparsa di Sergio Bonelli, che probabilmente sarà ricordato come l'ultimo grande impresario del fumetto italiano (giudizio pessimista il mio, forse?).
Nonostante abbia bazzicato prodotti più sofisticati, i fumetti popolari e semplici di Bonelli non li ho disprezzati, magari di alcuni (Zagor?) non ho proprio un ottimo ricordo, ma sono stato sempre appassionato (e incostante compratore) di Tex e Dylan Dog. Di Bonelli ho sentito spesso parlare con ammirazione ma anche con una punta di risentimento, per il suo professato pessimismo sul futuro di quest'arte che io amo ancora moltissimo. Devo dire che il suo atteggiamento era piuttosto realista, e che lui comunque ha saputo innovare, tentare esperimenti, affrontare questo lento declino.
Ammetto che quasi non sapevo cosa scrivere, in fondo non ho nulla di particolare da riferire su di lui, nulla che non sia stato detto in cento luoghi della rete e non. Dico solo che mi spiace di avere perso questo personaggio: era un pezzo di storia.

martedì 4 ottobre 2011

Scrivere Fantasy e arte della guerra

Argomento fonte di tante polemiche: gli scrittori di fantasy non sanno descrivere una battaglia, non sanno nulla di questioni militari e le descrizioni che scrivono sono ridicole.
Forte di letture pluriennali sull'argomento, provo a dire la mia sulla Vetrina di Mondi Immaginari. Spero che i due articoli sull'argomento (uno sulle questioni più "strategiche" e uno che esamina alcune battaglie storiche) siano graditi: nel caso, fatemelo sapere commentando su questo post.
Sempre sperando che gli spammer mi lascino in pace.