mercoledì 27 aprile 2011

Game of Thrones: la serie TV

Ho avuto il piacere di vedere il primo episodio. Girato con mezzi più che adeguati, non c'è la sensazione che sia tutto di cartapesta, costumi e arredi mi piacciono. Fa la sua figura ma non mi ha dato un gran che, come i libri a cui è ispirato.
Come nel libro, abbiamo la presentazione dei (troppi) personaggi e delle loro (fin troppo) complesse interazioni. Mi ha fatto ricordare perché non mi sono mai pentito di aver abbandonato questa soap opera fantasy. Soap opera di carta, ovviamente, ma l'impressione era quella fin dall'inizio, tanto che temo stia facendo una fatica terribile anche l'autore, ormai, a prenderla sul serio.

C'è un altro problema del primo episodio di Game of Thrones che in parte si può addebitare al libro, in parte sembra esasperato apposta. Il sensazionalismo delle scene cruente e il continuo abuso della volgarità, l'uso estesissimo della nudità femminile, la voglia continua di sbatterti in faccia situazioni scabrose e ripugnanti. Poco capaci di sollevare emozioni con la storia, ti buttano in faccia continuamente cose che dovrebbero sorprenderti.
Guarda! Parliamo di incesto! Viene ucciso spensieratamente un bambino! Budella che svolazzano, corpi decapitati...
Raramente ho avuto la sensazione così netta che violenza, sangue e sesso venissero usati consapevolmente per combattere... la noia?

7 commenti:

  1. Ciao Bruno. Sì, in effetti Martin ci mette un po' di tutto nelle cronache del ghiaccio e del fuoco, obblighi commerciali compresi. Sembra quasi che abbia voluto allungare il brodo, stile telenovella. Devo dire che il mio ventricello ha digerito bene i primi tre libri della saga e, te lo dico da buon roditore di cose fantasy, rimane sempre uno dei migliori in circolazione.

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  2. @ Wikimouse: per carità, a ognuno i suoi gusti. Ma tornando sul programma TV, non ti è parso un po'... fantaexploitation? che ne pensi?

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  3. Per quanto riguarda l'estetizzazione eccessiva e la violenza della carnalità, hai perfettamente ragione.

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  4. Verso la saga letteraria ho sensazioni contrastanti, perchè mi era molto piaciuta, ma poi ho sviluppato un vero e proprio odio nei suoi confronti, derivante dall'attesa dell'uscita dei nuovi libri, che l'autore ci sta mettendo anni ed anni a scrivere. La trasposizione televisiva, avendo a mente la 'grandiosità' degli eventi narrati mi è sembrata quindi un poco riduttiva ed i mezzi economici credo siano stati utilizzati principalmente per ingaggiare alcuni attori conosciuti (se non altro televisivamente, ma non solo), mentre in certe scene si avverte chiaramente una certa povertà (vedi arrivo del corteo del re, che sembra decisamente striminzito quanto a numero di persone, o il castello del Nord, che è invaso dalle erbacce e senza scuri alle finestre ...). Giusta è poi la tua osservazione sull'aspetto 'pruriginoso' e/o 'livido', ma ho idea che questo sia il trend di un recentissimo filone produttivo a stelle e strisce (vedi Spartacus, Borgia e via dicendo).

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  5. @ Pinco11: certi dettagli poveri non li avevo notati e ti ringrazio per averli citati. Tuttavia per una serie TV mi sembra che i quattrini ci fossero e quanto alla "povertà" dei paesaggi forse non è del tutto irrealistica, pensando al medioevo.

    Quanto alla saga, mi hai fatto tornare in mente una discussione sul forum di Fantasy Magazine, questo il link per chi vuol dare un'occhiata:
    http://snipurl.com/27phxg
    In questa occasione Andrea D'Angelo, con cui vado in amichevole disaccordo su tante questioni relative allo scrivere, ha detto la cosa giusta: se è vero che lo scrittore non è a disposizione del pubblico come se fosse una puttana da quattro soldi, è anche vero che il pubblico spende dei soldi per iniziare a leggere una storia e non dovrebbe aspettare all'infinito per conoscere il finale.

    A me sembra che Martin stia facendo con il fantasy lo stesso gioco che un altro autore di successo ha fatto con la fantascienza. Mi riferisco a Gerrold e alla sua saga degli Chtorr, altra storia piantata a metà: quattro libri scritti, gli altri annunciati da un'eternità. Dopo un'attesa che dura dal 1993, spero bene che gli appassionati siano passati a qualcosa d'altro. Per quanto mi riguarda l'ho fatto, e a questo punto se anche uscisse il quinto libro non lo comprerò. Spero che questa saga di Martin faccia la stessa fine perché se la merita.

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  6. Però i libri di Gerrold della saga degli Chtorr almeno sono autoconclusivi

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