sabato 21 novembre 2009

Tempo di streghe?


A quanto pare la nuova urban fantasy potrebbe presto occuparsi di streghe oltre che di vampiri. A detta di Gianfranco Viviani (l'intervista è uscita da poco) le storie di streghe stanno cogliendo sempre più l'interesse degli editori.

Le streghe sono in effetti personaggi affascinanti (e appaiono nei miei sforzi di scrivere qualcosa, tra l'altro). Mentre un mago, al maschile, fa pensare a un noioso vecchio saggio che conserva la tradizione dell'ordine costituito, e in certi casi è un po' l'equivalente dello scienziato, la strega evoca (giustamente o no) una carica di imprevedibilità, di sovversione e di ribellione.

In effetti per strega si possono intendere vari tipi di personaggio. Per gli inquisitori, una seguace di Satana. Ma anche la conservatrice di una religiosità pagana dura a morire nel mondo dominato dal cristianesimo. Streghe sono state chiamate anche le donne provenienti da mondi esotici e lontani, portatrici di terribili poteri, come Medea, sposa di Giasone (e qui ci rechiamo nel mondo ellenistico più che in quello medievale). Nella realtà spesso capitava che le streghe fossero delle donne che usavano rimedi popolari magari intrisi di superstizione: e magari perseguitate per antipatie personali, per l'ignoranza di coloro che si ritenevano vittime di malocchio o maledizioni, ecc...

Mentre lo stregone o mago (maschio) è visto spesso come un uomo saggio (un certo tipo di ricerca magica è esistito durante il medioevo senza subire persecuzioni: ad esempio quella degli alchimisti) la strega (femmina) è quasi sempre giudicata negativamente. Intrigante, malvagia, sovversiva e omicida. Giudizi e situazioni dettate probabilmente dall'atteggiamento culturale che all'epoca si teneva verso le donne. Nello stesso periodo in cui l'inquisizione massacrava streghe a migliaia il famoso mago Cornelio Agrippa si poteva permettere di scrivere trattati sulla magia e di criticare l'atteggiamento misogino dell'inquisizione.

C'è da sperare ovviamente che il tema abbia nell'editoria di domani un trattamento migliore di quello che è stato con le storie di vampiri. E che non si abbia l'invasione delle scrittrici-streghette di quattordici anni, o altre simili mode immonde.

8 commenti:

  1. Le streghe erano mal viste anche perchè facevano da "concorrenza" agli ordini, ufficiali e autorizzati, di medici e speziali, tanto per dirne un'altra. All'estero streghe e magia sono già entrate nell'urban fantasy, e penso che offrano davvero tantissimi spunti. Ma mi associo sull'ultimo punto: speriamo che il tutto non venga snaturato o banalizzato, perchè sarebbe davvero un peccato.

    Ale

    P.S. Bel blog, complimenti =)

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  2. @ Ale: (grazie per i complimenti al blog :) la medicina per secoli è stata ad un livello così misero che in effetti qualche rimedio della nonna poteva essere molto meglio.
    Quanto alle streghe (dell'urban fantasy) mi è tornata in mente Alisa, nei Guardiani del Giorno di Luk'janenko. Bel personaggio, non "buono" ma neanche stupidamente cattivo. Peccato che l'autore se ne sia sbarazzato così rapidamente.

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  3. Anche io spero che la figura delle strega non venga distrutta dall'editoria come quella del vampiro. Tremo al solo pensiero!

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  4. Lisse: beh, temo che mi dispiacerebbe anche di più in effetti

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  5. Sono d'accordo. La strega andrà alla grande in futuro. Ma, ne sono convinto, anche il lupo mannaro. Secondo me il prossimo sarà l'anno del lupo mannaro :-D
    Fabrizio

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  6. Cavolo. Verrò costretto a strisciare sui ceci per aver detto che l'ultimo di Francesca Angelinelli (titolo: werewolf) mi è piaciuto poco.

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  7. Il problema è che tutto può diventare di moda (basti pensare ai jeans strappati) e, di conseguenza, tutto può può essere rovinato. E' sufficiente che il personaggio (strega, gnocco, lupo ecc.) sia protagonista di un libro per adolescenti, che si faccia subito un film ed ecco che compaiono decine di libri simili (alcuni anche vecchi, ma che solo in un secondo momento vengono conosciuti).
    Alla fine si notano tre cose:
    1. la dignità della letteratura è messa a dura prova.
    2. I gggiovani sono trattati come idioti (non che tutti quelli che si vedono al telegiornale non lo siano).
    3. le ragazze fanno una figura peggiore dei maschi.

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  8. @ Claudio: sono in buona parte d'accordo... mi fa pensare la questione delle ragazze. Le orde femminili che si riversano a vedere New Moon al giorno della prima in effetti le ho viste e le ho trovate un po' ridicole, tutto ciò che sa di "rosa" sembra (agli occhi dei maschi) comunque più penoso di ciò che stuzzica il testosterone negli uomini.
    D'altra parte il pubblico femminile sta prevalendo, nell'importanza che vien tributata da chi produce i film, forse perché si lascia ancora incanalare in grandi numeri in direzione di prodotti prevedibili, che verranno prevedibilmente consumati a ripetizione. Insomma, capisco l'impressione che il gusto maschile sia un po' più sofisticato, anche se per trovare l'equivalente del rosa forse dovremmo confrontarci con la pornografia, se è vero che il significato relativo è lo stesso, e il confronto diventa difficile.

    Bisogna vedere comunque se i maschi dopo aver criticato sanno trovare la corrispondente autoironia quando sbavano in massa dietro all'attrice o alla modella, quando si intruppano in passatempi da "uomini veri" (cori da stadio e altre cosette pallonare) o si riuniscono in branco per fare danni.
    C'è spazio qui per qualche martoriante riflessione sugli stereotipi di sex and gender, per quando avrò la forza di occuparmente. Per adesso è tempo di straordinari a go go sul lavoro e abboffate natalizie.

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