martedì 3 febbraio 2009

The Ring


Diciamo la verità. I film horror in gran parte fanno ridere, fanno solo schifo, fanno pietà. Qualsiasi idea dura poco, anzi, è buona per una sola volta. La paura non si costruisce mostrando cose spaventose (lo spettatore, o il lettore, sa benissimo di essere al sicuro) ma dosando con parsimonia quello che si vede, lavorando di immedesimazione, di suggestioni. In questo senso anche una sòla pazzesca come The Blair Witch Project ha i suoi momenti, mentre altri film magari validi come trama non ce la fanno a suscitare nemmeno un brivido.

The Ring mi è piaciuto perché, per la prima volta da tanto tempo, aveva un'idea nuova: la morte che arriva con mezzi banali, quotidiani (la videocassetta maledetta, la telefonata misteriosa che annuncia la morte in sette giorni, la TV che si accende da sola, eccetera). E le strane immagini del video, inquietanti, in parte insensate. Riesce a entrare sottopelle e ad essere una minaccia, la prima volta che lo si vede.
Il film si regge tutto sulla trovata originale, di per sé non è un gran che: remake americano (così così) di un film giapponese che non sono riuscito a comparare (perché era ormai svanito l'effetto sorpresa). La protagonista (Naomi Watts) non mi convince particolarmente, direi che è più interessante Samara, la bambina della maledizione (in realtà si vede pochissimo, ma in alcune scene impressionanti). Non mancano il bambino rompiscatole che c'è in quasi tutti i film di avventura e gli adolescenti scemi che sono una pietra miliare dell'horror (per fortuna, ci sono solo all'inizio). Il libro forse meriterebbe; ma gli altri film della serie (Ring 2 e tutti i vari Ringu giapponesi) non li considero molto; nell'horror, purtroppo, le buone idee vanno a segno una volta sola.

8 commenti:

  1. ciao, complimenti per il blog, davvero interessante, mi sa che abbiamo gusti comuni :-)
    anche a me è piaciuto questo film, adesso il filone è stato fin troppo cavalcato ma The Ring rimane un bell'horror... prima o poi guardo anche la versione Ringu!
    mi piacerebbe fare uno scambio di link con il tuo blog, fammi sapere...
    a presto e buona serata!

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  2. Non male questo film, e molto bello sia il libro che il film originale, diretto da un vero maestro che poi ha terrorizzato le platee con lo stupendo Dark Water (anche questo remakizzato dall'America), che ti consiglio di vedere.
    Il Ring 2 americano è abbastanza penoso, mentre merita l'intera triogia giapponese, che tra alti e bassi - e film apocrifi - ha ridefinito i canoni dell'horror moderno...

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  3. @Claudia: vorrei dare un'occhiata al tuo blog, verrò appena trovo un minuto di tempo...

    @Vagabond: il Ring 2 americano mi aveva fatto sperare (lo aveva diretto Nakata, il regista giapponese) ma è stato un vero disastro. Le versioni giapponesi le ho viste dopo, Ringu 0 (Birthday) era un discorso a parte, si allontanava un po' dal tema centrale per seguire più le vicende di Sadako... comunque devo dire che tolta la sorpresa dell'idea geniale nessuno dei film giapponesi mi ha dato la stessa emozione del remake americano.

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  4. Diciamo pure che questo film si basa tutto sull'idiozia dei protagonisti.
    C'è una cassetta che in qualche modo uccide chiunque la guardi? Diamoci un'occhiata e lasciamola in giro per casa.
    Ho visto la versione originale e a parte alcuni momenti l'ho trovato molto brutti e la brutta copia americana si è rivelata la brutta copia di quello che mi aspettavo.
    Il libro, però, dovrebbe essere diverso in quanto a trama e struttura, ma questo stando a quanto ho letto in giro -di più non so.
    L'unico altro horror giapponese che ho visto è The Call (o forse The Phone) e devo dire che è stato soddisfacente per quanto riguarda i fattori paura e tensione.

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  5. @Claudio Giubrone: LOL ... i film dell'orrore si basano in effetti spesso e volentieri proprio sull'incoscienza con cui i personaggi si mettono nei guai. Un classico. E' evidente che non dovrebbero aprire quella porta, tornare in quella casa, leggere il libro maledetto... Eccetera eccetera.

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  6. Ci sono gli horror brutti, come per tutti gli altri generi. Ma spesso sono bellissimi, se si sa scegliere.
    Quelli che citi tu, per esempio, non sono affatto un buon...esempio.
    Siamo nel mainstream più totale, nella mancanza assoluta di volontà militante, di dignità stilistica, contenutistica...
    Romero, Carpenter, Fulci primo periodo, Lenzi ultimo periodo, Argento a singhiozzo, Craven, Hooper, Cronenberg, Marshall, Aya...
    Questo è il cinema horror!!!

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  7. @perissi Uhm... il capolavoro di Romero forse avrei dovuto vederlo a suo tempo, ma l'ho visto dopo, e non mi ha dato molti brividi, anche se il film era piacevole. Cronenberg inquietante, e Wes Craven molto bravo. Argento è un altro che forse non ho visto ai tempi in cui ne valeva la pena, e dopo era diventato roba vecchia. Sugli ultimi suoi film stenderei un velo (il Cartaio... urgh...)

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  8. @ Claudia, letto e linkato: bello il tuo blog, per me mancano un paio di dettagli però, ad esempio non c'è un indirizzo di email né una tua presentazione o profilo...

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